L’essere umano, una macchina fatta per raccontare storie. Il sé è una storia. Ma chi racconta la storia del sé? Il sé non rappresenta un aspetto intrinseco al cervello: da questo binario è possibile deragliare, per es. a causa di una psicosi o in seguito a lesioni cerebrali. Elementi di ontogenesi e di filogenesi come premessa e base di partenza ai fini di poter elaborare degli strumenti di comprensione utili alla conoscenza dell’Uomo, della nascita della mente, dell’autoconsapevolezza, del sé e dell’identità personale. La mente emerge dal processo e dall’interazione, non dalla sostanza!
Noi esistiamo e abitiamo – in un certo senso – negli spazi fra le cose. Esistiamo nel vuoto e grazie al vuoto! Il linguaggio appare allora intimamente legato quindi ai meccanismi cerebrali per mezzo dei quali la biologia trova espressione come cultura, e cioè come mezzo per distribuire la mente oltre i confini della biologia. Grazie alla materia prima del linguaggio, della memoria e dell’esperienza noi costruiamo la nostra storia ed entriamo nella logica della “macchina di senso” che noi siamo. Il sé lo si può pertanto descrivere anche come un centro astratto di gravità narrativa, dove il potere del linguaggio rappresenta l’elemento centrale nel dare coerenza alla nostra esperienza nell’arco del tempo.