Schiavitù. Una condizione di sottomissione totale e cieca a qualcosa o qualcuno. Il solo sentirne parlare, oggi, ci fa tornare con il pensiero a tempi e luoghi lontani. La tratta degli schiavi così come l’assoggettamento a regimi totalitari ci fanno rabbrividire.
Eppure ci sono forme di schiavismo ben più subdole ma altrettanto, se non più, pervasive di quel che crediamo. Pensiamo alla dipendenza da sostanze che ci mette in catene invisibili capaci di trascinare corpo e mente alla deriva. La dipendenza dal gioco è anch’essa una trappola in cui è fin troppo semplice incappare.
Per non parlare delle dipendenze affettive, caratterizzate da abbracci che, in realtà, non sono altro che catene le quali ci sembra persino invalidante spezzare.
Meno avvertito come una schiavitù, forse meno individuato come tale, è il disturbo ossessivo compulsivo. Un disturbo che ci rende prigionieri di riti ripetuti senza i quali, chi ne soffre, sembra non trovare una dimensione pacifica per vivere la quotidianità.
Tutte queste problematiche sono veri e propri ostacoli al “Vivere”. Sono, come dicevamo, catene che in qualche modo noi stessi indossiamo senza ricordare dove abbiamo messo le chiavi per liberarcene. Anzi, in molti casi pensiamo che le chiavi non esistano nemmeno.
È invece vero il contrario: le chiavi esistono ed un modo per provare ad ottenerle è quello di intraprendere un percorso con professionisti competenti, capaci di sostenerci nella ricerca delle stesse, liberandoci finalmente e riacquistando quella Vita che, nel frattempo, è rimasta paralizzata.