In medicina – ma non solo – si stanno presentando sempre più tanti e tali problemi che sembra oramai arrivato il momento di porsi la questione di fondo riportata nel titolo, e cioè: Quale teoria dell’Uomo (o concezione dell’Uomo) è necessario elaborare per cercare di capire i fenomeni in atto e le necessità esistenziali e sociali dell’individuo e della società complessa che ci esprime e ci include?
Questa domanda deriva necessariamente dal fatto che ogni pratica, ogni progetto, ogni azione dell’Uomo e sull’Uomo si fondano su una teoria implicita o esplicita.
In altre parole, possiamo dire che NON VI È NIENTE DI PIÙ PRATICO E OGGETTIVO DI UNA BUONA TEORIA.
Aggiungerei poi ancora che questa necessità, ora, si fonda anche sull’evidenza e sull’ipotesi che una buona parte dei problemi della società (e della stessa scienza) sono dovuti ad una concezione oramai obsoleta dell’Uomo, ad una concezione che non corrisponde ora più alla sua complessa natura di soggetto dinamico e in costante divenire.
Per trovare teorie nuove, migliori, utili e feconde, in ogni campo del sapere, bisogna però amare la riflessione e l’autonomia, così come non bisogna temere una certa dose di rischio e bisogna infine dar prova di una tenacia fuori dal comune. A ciò si aggiungono le conoscenze specifiche/specialistiche e la fermissima quanto chiara volontà a voler affrontare la natura caleidoscopica, misteriosa ed estremamente complessa e dinamica dell’Uomo.
La ricerca di nuove teorie utili diventa allora un viaggio e un’avventura estremamente gratificate e stimolante per coloro che non hanno paura del cammino impervio, talvolta in solitudine, e non sempre sicuro e comodo.
Prof. dr. Orlando Del Don, medico, psicoanalista, editore
Pres. Istituto di Neuroscienze Dinamiche Erich Fromm (INDEF), Bellinzona