Si parla tanto, oggi, di “fake news”, di false notizie, ma bisognerebbe temere molto di piu’ le FALSE VERITA’, LE “FAKE TRUTH”. Cioe’ il modo in cui le verita’ vengono presentate, la loro particolare narrazione, la sequenza e la frequenza delle stesse, il contesto che le presenta e le riproduce. Una manipolazione mediatica delle verita’ estremamente sofisticata e potente, difficilissima da contrastare, se non con uno strenuo impegno cognitivo, volitivo e culturale da parte di ognuno di noi.
Invero le “FAKE TRUTH” stanno oramai sostituendo le Verità, i Fatti e addirittura la Realtà stessa. Sembra infatti che nulla possa opporsi a loro e che, talvolta, i fruitori stessi le preferiscano alla Verità nella sua essenza. Sarà forse un fenomeno epocale o congiunturale che, speriamo, presto verrà forse superato ma temo che ciò non sarà ne’ facile né – tantomeno – veloce. Ciò significa che dovremo imparare a convivere con esso e a trarne le debite considerazioni o, meglio, che dovremo imparare a farne un uso ponderato e critico, con gli strumenti che ho sopra ricordato.
Si tratta infatti di un fenomeno che ci interessa tutti e che tocca i vari campi dell’umana attività che entra in contatto con i vari campi del sapere, dalla scienza alla cultura, dalla cronaca agli eventi mondani e sociali, dalla politica all’economia e alla finanza, dalla medicina alla psicologia, per non parlare delle nuove scienze umane.
Già si parte infatti – e ciò è alquanto preoccupante – di post-verità (dall’inglese post-truth) che indica quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità stessa viene considerata una questione di secondaria importanza.
Infatti nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi concreta della effettiva veridicità dei fatti raccontati. In una discussione caratterizzata da “post-verità”, i fatti oggettivi – chiaramente accertati – sono infatti meno influenti nel formare l’opinione pubblica rispetto ad emozioni e convinzioni personali abilmente pilotate e inculcate da chi detiene il potere dell’informazione stessa e/o del potere tout court.
Tutto ciò ha oramai inquinato tutti i campi del sapere ma, soprattutto, ciò appare evidente in ambito politico e sociale. Tanto per non “tirare in ballo” la “realtà” cantonticinese basti infatti porre mente a quanto sta succedendo a livello internazionale, alla vicina Repubblica o alla stessa “Unione Europea”.
La posta in gioco è alta! La questione è delle più serie e preoccupanti, e non solo sul piano politico e istituzionale, come sicuramente il lettore, a questo punto, avrà oramai capito
Affaire à suivre!